Metodo esperienziale: role play e simulazione virtuale

L’utilizzo combinato di formazione in presenza e formazione in remoto
Metodo esperienziale: role play e simulazione virtuale

Nella varietà di approcci che possono essere adottati nel mondo della formazione, noi abbiamo sempre preferito una formazione esperienziale perché convinti che la partecipazione attiva e diretta sia un’inestimabile vantaggio per l’apprendimento e la sperimentazione delle cosiddette competenze trasversali. Si tratta di un approccio che privilegia il coinvolgimento attivo e, tramite l’alternanza tra un’attività, un debriefing e una nuova attività (ciclo di Kolb), la possibilità di sperimentare nuovi comportamenti e i conseguenti effetti di essi.

Una vasta letteratura sostiene l’efficacia di questo approccio metodologico in contrapposizione a quello più “frontale”, teorico o didattico: l’autoconsapevolezza, la capacità di incidere in maniera profonda sui comportamenti, una maggiore introiezione delle capacità acquisite e una maggiore efficacia in tempi, sono solo alcuni dei risultati che si possono raggiungere.

Attualmente e in vista della grande trasformazione che vedrà l’utilizzo combinato di formazione in presenza e formazione in remoto non dobbiamo rinunciare all’efficacia, al coinvolgimento e all’esperienzialità delle attività.

Come ben illustrato nel libro Educational Games for Soft-Skills Training in Digital Environments: New Perspectives (Elena Dell’Aquila et al., Springer, 2016) l’utilizzo di piattaforme digitali di e-learning o role play a scopo formativo costituisce un ottimo strumento di formazione esperienziale a distanza.

Se strutturati in un’apposita ottica formativa, role play e piattaforme virtuali sono strumenti validi per focalizzare le persone verso un obiettivo, creando un senso di comunità anche se esiste una distanza fisica. La strutturazione di un role play virtuale volto alla formazionedeve tenere a mente gli obiettivi e le soft skill sulle quali è necessario lavorare e, al tempo stesso, essere in grado di coinvolgere, motivare e, perché no alle volte, divertire i partecipanti, per rendere l’esperienza di apprendimento più viva e dunque efficace.

Anche il ruolo del trainer rimane fondamentale: la gestione dei feedback e dei debriefing, la capacità di fare emergere le criticità, le aree di miglioramento e di stimolare consapevolezza e proattività sono alla base di per un apprendimento efficace e come tale dunque irrinunciabile.

Il grande sforzo quindi deve essere rivolto al mantenimento dei key points metodologici, quali:

  • attività strutturate in funzione degli obiettivi
  • coinvolgimento
  • esperienzialità: learning by doing
  • trasferibilità dell’apprendimento alla realtà lavorativa

e in ultimo progettare attività che siano divertenti oltre che serie (serius fun activity) e che facciano leva su un maggiore coinvolgimento emotivo e sul perdurare del ricordo positivo dell’esperienza nel tempo.

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